ORIGINI DELLA MERCEOLOGIA
BREVE STORIA DELLA MERCEOLOGIA E DELLE DISCIPLINE AD ESSA COLLEGATE
(adattamento dal testo originale redatto dal Prof. Giancarlo Santoprete dell'Università di Pisa)
L’evoluzione della cultura e dello sviluppo degli studi merceologici e tecnologico-produttivi vengono qui di seguito delineati, nella loro essenza, con riferimento alle tappe caratterizzanti la storia delle istituzioni culturali attinenti il settore economico. In particolare l'analisi viene condotta con riferimento ai tempi ed alle tematiche di seguito specificate:
Anno 1769
James Watt inventa la macchina a vapore, un economista dell'Università di Gottinga sente l'esigenza di dare avvio alle Scienze merceologiche e nel 1793 conia il nome Merceologia. Lo stesso anno in cui James Watt ottiene il brevetto per la sua macchina a vapore, da cui si è soliti far partire la Rivoluzione Industriale (1769), non è un caso che l'economista Johann Bekmann, ordinato professore di Economia presso l'Università di Gottinga nel 1770, propone, con il significato di studio delle modalità (arte, in greco techné) attraverso le quali, all'interno di una azienda (fabbrica o impianto), le risorse naturali vengono trasformate in merci, la disciplina Tecnologia. Bekmann propone poi, nel 1793, a dimostrazione del l'accresciuto ventaglio quantitativo e qualitativo di merci ottenute e commercializzate grazie all'apporto della tecnologia, una nuova disciplina che denominò Warenkunde (Ware = oggetto, prodotto, merce; Kunde = studio, discorso). Il vocabolo fu tradotto in Italia con il termine Merceologia (prevalso su Merciologia). Pertanto al Professore di Economia Johann Beckmann può attribuirsi la paternità di due discipline fortemente interrelate Tecnologia dei cicli produttivi e Merceologia.
Anno 1852
Nel 1852 nascono le Scuole Superiori di commercio (antesignane delle attuali Facoltà di Economia). La Merceologia riveste un ruolo fondamentale in questi studi. Nel 1852 nasce ad Anversa, importante città commerciale 'sede dell'omonimo porto, la prima Scuola Superiore di Commercio. La fondazione di questa Scuola e delle altre che poi si diffonderanno nei principali centri europei e connessa al fatto che diveniva sempre più viva l'esigenza di disporre, all'interno delle aziende commerciali e industriali, di professionisti con approfondite conoscenze merceologiche, commerciali e contabili. Gli insegnamenti di queste Scuole riguardavano la Computisteria, il Banco Modello, la Tecnica mercantile ecc. La Merceologia, con le altre discipline derivate, vi aveva un posto centrale, con il suo Museo merceologico e il Laboratorio merceologico: utile nelle definizioni contrattuali ad esempio nelle Borse Merci. Da questa impostazione pragmatica hanno origine due importanti discipline utili nella definizione delle caratteristiche chimiche e fisiche dei prodotti e quindi per rilevare le frodi, la qualità e le attitudini d'uso delle merci: Chimica Merceologica e Analisi merceologica.
Anno 1935
Nel 1935 le Scuole Superiori di commercio si trasformano in Italia in Facoltà di Economia e Commercio; Con specifico riferimento all'Italia alla fine degli anni 120, inizio degli anni 130, in considerazione del ruolo crescente assunto da queste scuole esse assursero alla dignità universitaria assumendo il nome di Facoltà di Economia e commercio (1935). In definitiva alle iniziali materie essenzialmente pratiche delle Scuole Superiori di Commercio si affiancarono quelle teoriche economiche, seguendo in questo l'influenza del mondo anglosassone in cui gli studi economici erano già differenziati da quelli tecnico-amministrativi e commerciali.
Tra le Guerre Mondiali
Tra le due guerre mondiali alcune discipline aziendalistiche si evolvono, la Merceologia è ancorata alla tradizione impressa dalla insigne figura di Vittorio Villavecchia; La svolta negli studi economici tra la prima e la seconda guerra mondiale con la crisi economica del 28-32 portò gli studiosi di economia a perseguire con maggiore vigore lo studio delle leggi che governano i grandi fatti economici. In questo periodo prevalse l'impostazione americana degli studi e si fece più profonda la crisi per le discipline più pragmatiche. Ma, tra le discipline più vicine al mondo microeconomico delle aziende, mentre ad esempio la Ragioneria rivitalizzò i suoi contenuti anche recependo i contributi di modelli anglo-americani e tedeschi, ovvero la Tecnica mercantile si trasformò in Tecnica industriale e commerciale, la Merceologia continuò in alcuni casi a fornire conoscenze naturalistiche di tipo descrittivo delle merci non sempre in linea con le esigenze professionalizzanti della Facoltà di Economia e Commercio. Le ragioni della non tempestiva evoluzione sono da imputare al fatto che la Merceologia dell'epoca antecedente la seconda guerra mondiale era dominata da Vittorio Villavecchia (1859-1937), figura di imponente prestigio e rilievo che ci ha lasciato tra l’altro il celebre "Dizionario di Merceologia" noto in tutto il mondo e avente il suo nome, ma che portò i merceologi italiani, per la vastità delle produzioni e delle merci da considerare e la severità degli studi, a coltivare interessi non sempre in linea con le esigenze della Facoltà di Economia e commercio. Villavecchia oltre ad essere professore di Merceologia presso l'Università di Roma era direttore del Laboratorio Chimico delle Dogane pertanto è a lui che si deve l'ispirazione da cui ha avuto origine la Merceologia Doganale. Egli comunque legò i suoi allievi ad una tradizione tipicamente descrittiva e naturalistica dei prodotti, come se il discorso sulle merci si dovesse occupare solo di problemi di classificazione, perdendo così di vista il fatto che la merce per essere tale apparteneva al mercato con tutte le sue varie sfaccettature e che pertanto avrebbe dovuto essere vista in questa ottica più vasta e più interessante per la vita delle aziende.
Nel secondo Dopoguerra
Dal secondo dopo guerra si ha finalmente l'epoca del fervore e della evoluzione della Merceologia. Verso nuovi e più ampi contenuti del settore scientifico culturale delle Scienze Merceologiche ed Economico-Tecnologiche. Nel secondo dopoguerra, a cominciare dalle scelte per la ricostruzione, dall'esigenza della rottura di alcuni monopoli produttivi, dalla instaurazione di un attivo mercato internazionale, dalla costituzione della CECA ecc. l'evolversi dei problemi economici ha portato, a partire dagli anni 150, i professori di Merceologia delle Università Italiane ad immergersi nello studio tecnico delle problematiche economiche e ad adeguare la materia alle nuove esigenze, abbandonando la tradizione descrittiva e naturalistica per abbracciare più vaste tematiche, quali ad esempio lo studio delle tecnologie produttive o degli effetti di queste sulle risorse naturali e sull'ambiente. Sempre con riferimento all'Italia, ulteriori sviluppi della disciplina si sono avuti in particolare durante gli anni 1958-1962 con l'avvio serrato di studi e di iniziative tendenti alla eliminazione delle frodi di interesse sociale e alla indicazione delle procedure tecnologiche più consone per le aziende agroalimentari in modo da garantire l’igiene e la sanità dei prodotti alimentari. Questa attività culminò poi, a livello legislativo, con la legge quadro nel settore della produzione e dei commercio dei prodotti alimentari (Legge 30 aprile 1962 n 283 e al suo Regolamento di esecuzione del 1980), che ha rinnovato grandemente le aziende del settore e avviato una impostazione della produzione e dei commerci su basi più rispondenti allo sviluppo dei mercati e della società. La merceologia dei prodotti alimentari apporta quindi i suoi grandi contributi.
Dagli anni '70 in poi
A partire dagli anni ’70 le discipline merceologiche abbracciano le problematiche riguardanti l’esaurimento delle risorse e l’inquinamento ambientale. Con gli anni 170, i cultori di Scienze merceologiche ed economico tecnologiche sensibili al problema del possibile esaurimento di alcune risorse, al problema dell'inquinamento ambientale (legato allo smaltimento non regolamentato dei reflui industriali, agricoli ed urbani) nonché critici del modo con cui le merci si producono (inappropriatezza di talune tecnologie) hanno ulteriormente indirizzato il loro discorso a fini economico-sociali coprendo interessanti spazi culturali e dando risposte ad ulteriori importanti quesiti: "da cosa e come bisogna produrre?". Cominciano cosi a dare i primi contributi, le prime risposte, indicando possibili sostituzioni di risorse, invitando ad un esame dei cicli produttivi alternativi, ad una gestione consapevole delle risorse non rinnovabili e anche rinnovabili (problema dell'acqua, dei rifiuti ecc.). La Merceologia delle risorse, naturali si mostra in tutto il suo rilievo. Dal 1973 la scarsità di petrolio sui mercati internazionali apre in maniera prorompente un altro capitolo di interessi quello della "merce energia" e delle tecnologie energetiche che porta a fissare l'attenzione sull'analisi e valutazione dell'energia incorporata nelle merci e sulle diverse fonti esauribili e rinnovabili. In conseguenza di ciò le fonti di energia ricevono nella didattica di questo settore scientifico un peso culturale di rilievo e la Tecnologia ed economia delle fonti di energia incomincia ad essere insegnata in diverse Facoltà di Economia e commercio. Negli anni ‘80 e ‘90 si è andato poi potenziando il discorso sulle nuove tecnologie (pulite, appropriate, avanzate ecc.) e sulle tematiche della standardizzazione, della qualità e della certificazione. Con il 1993, per effetto del Mercato Unico Europeo i temi della qualità e della certificazione sono pervenuti alla ribalta, non solo nell'ambito ristretto della ricerca e degli studi universitari, ma anche nella realtà delle imprese e degli operatori economici che giornalmente si scontrano con tali temi nelle loro aziende, nelle associazioni, con le controparti. L'attuazione del Mercato Unico impone che per realizzarlo le merci debbono circolare senza intralci, liberamente. E la standardizzazione, la qualità e la certificazione ne costituiscono i presupposti, da qui il rilievo della disciplina Teoria e tecnica della qualità delle merci, di recente introduzione nel settore ma di antichissima tradizione per le scienze merceologiche.
Come si è avuto modo di chiarificare dalla fine degli anni '50, in concomitanza con la notevole evoluzione avutasi nel sistema economico-produttivo, nel commercio internazionale, nella quantità e qualità delle merci prodotte, commercializzate e consumate nonché in alcuni problemi globali come quello della fame, dell'inquinamento ambientale, della riduzione di talune risorse naturali (in particolare quelle energetiche), degli importanti sviluppi della tecnologia ecc., le discipline merceologiche hanno conosciuto un profondo mutamento, oltre che nell'ampliamento delle tematiche trattate, anche nell'ottica, nel metodo e nel fine con cui affrontano e studiano le risorse, i beni, i processi di trasformazione e le industrie, i prodotti finiti e le loro qualità nonché i reflui legati alla produzione in azienda ed utilizzazione dei prodotti, fornendo pertanto un consistente contributo nello studio di questi fenomeni.
Come si è avuto modo di chiarificare dalla fine degli anni '50, in concomitanza con la notevole evoluzione avutasi nel sistema economico-produttivo, nel commercio internazionale, nella quantità e qualità delle merci prodotte, commercializzate e consumate nonché in alcuni problemi globali come quello della fame, dell'inquinamento ambientale, della riduzione di talune risorse naturali (in particolare quelle energetiche), degli importanti sviluppi della tecnologia ecc., le discipline merceologiche hanno conosciuto un profondo mutamento, oltre che nell'ampliamento delle tematiche trattate, anche nell'ottica, nel metodo e nel fine con cui affrontano e studiano le risorse, i beni, i processi di trasformazione e le industrie, i prodotti finiti e le loro qualità nonché i reflui legati alla produzione in azienda ed utilizzazione dei prodotti, fornendo pertanto un consistente contributo nello studio di questi fenomeni.